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Osteoporosi – approfondimento a cura del dott. Massimo Giovale

Le cause della Osteoporosi sono molteplici e devono correttamente essere individuate (con una corretta diagnosi differenziale) , prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia farmacologica. La sola integrazione di calcio e vitamina D, fondamentale in soggetti in evidente e dimostrata carenza, non sono sufficienti a curare la condizione osteoporotica. Parzialmente se il paziente è in condizione osteopenica. E’ fondamentale rispettare costantemente abitudini alimentari e comportamenti idonei di attività fisica.

Le terapie farmacologiche non aiutano a prevenire il rischio di caduta

Le terapie farmacologiche oggi a disposizione consentono soprattutto un rallentamento della fisiologica perdita della massa ossea. In alcune condizioni è possibile suggerire al paziente l’utilizzo di farmaci anche a capacità stimolante la formazione ossea. L’uso appropriato di queste terapie consente un mantenimento della mineralizzazione e della struttura ossea e ciò riduce solo il rischio di frattura sia vertebrale, sia femorale.

Come ogni categoria di farmaco, il disaggio e la durata della terapia deve essere attentamente controllata dal punto di vista medico.
Necessari sono i monitoraggi degli effetti collaterali da una parte e il rispetto del mantenimento corretto della cura questo per ottenere il vantaggio sulla salute dello scheletro.

Nessuna terapia farmacologica ovviamente non permette di ridurre il rischio di caduta.

Solo circa il 25 per cento di soggetti è osteoporotico (fratture femore)
Purtroppo la maggiore parte di fratture avvengono in soggetti con non ancora osteoporosi.

La maggior parte di fratture sono secondarie ad una caduta accidentale. Ad esempio, il 95 per cento delle fratture di femore oltre i 70 anni , avvengono per un evento caduta, tra i fratturati di femore , solo circa il 25 per cento di soggetti è osteoporotico.

Terapia PEMF, abitudini alimentari e attività fisica

E’ necessario sapere, quindi suggerire e indicare insieme al paziente quali siano i provvedimenti comportamentali e le terapie farmacologiche capaci di ridurre il rischio sia di frattura sia di caduta.
Fondamentale anche orientare il paziente sulle abitudini alimentari e sulle attività fisiche idonee e appropriate per mantenere/potenziare , nelle varie età della Vita e soprattutto a partire dalla menopausa , la massa scheletrica e la forza /reattività muscolare.

Assolutamente ancora più fondamentale è sapere clinicamente valutare ( più test funzionali sono oggi disponibili e utilizzabili nella valutazione del paziente) e sapientemente stimolare ( con le nuove tecniche PEMF ) il sistema dei riflessi regolatori la reattività posturale/ protettiva presenti in ogni individuo.

Questi riflessi vengono acquisti con il progressivo accrescimento fin da bambino e mantenuti nell’arco di tutta la vita. Questi riflessi sono notoriamente progressivamente purtroppo ridotti e impoveriti con il progredire dell’età, alterati dall’uso di alcuni farmaci e da una non appropriata attività fisica.
Soprattutto molte condizioni patologiche sono capaci di modificarne e ridurre l’efficienza, rallentandoli fino ad annullarne l’efficacia.
Questo impoverimento è fortemente favorente il senso di instabilità posturale e vertigini (dizziness) presente in più patologie, non solo dell’anziano, e a sua volta , favorenti gli episodi di caduta.

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