Il problema
Prima della pandemia del COVID, diverse fonti scientifiche e agenzie come il CDC – Centers for Disease Control and Prevention, evidenziavano che sia negli Stati Uniti che in Europa, la caduta negli over 65 riguarda una persona su tre.
Negli Stati Uniti, si prevedeva, alla fine del 2020, il rischio di caduta avrebbe interessato un sesto dell’intera popolazione e nel 2030, il numero delle persone a rischio sarebbe salito un quinto della popolazione. In Europa, il rischio di caduta riguarda già un quinto dell’intera popolazione e secondo le statistiche, sempre pre-Covid, il numero crescerà fino a un quarto nel 2030. Con l’arrivo del covid e i periodi di inattività forzati i numeri saranno, verosimilmente, maggiori.
Le principali conseguenze delle cadute degli anziani sono fratture, lunghi periodi di disabilità e traumi psicologici che minano l’autonomia e l’indipendenza. Un problema serio, quindi, sia per la persona caduta sia per la famiglia che dovranno organizzarsi per fornire un aiuto adeguato alla persona amata. Anche a livello economico la caduta degli anziani genera un forte impatto: negli Stati Uniti si prevede una conclusione al 2020, una spesa di 60 miliardi di dollari da parte del sistema sanitario e delle famiglie per gestire tutte le conseguenze delle cadute ed è stata stimata una spesa di 100 miliardi nel 2030.
Per resistere a Covid, gli anziani sono rimasti segregati a casa senza le attività quotidiane che li mantenevano indipendenti e sani, oggi sono più a rischio di cadute e le famiglie rischiano di essere sopraffatte da un altro grave e inaspettato problema di salute.
Il Covid-19 ha messo gli anziani più a rischio
A causa della pandemia Covid-19 gli anziani sono rimasti chiusi in casa, questo ha peggiorato le loro condizioni fisiche, aggravando il rischio di cadute
La terapia PEMF TEPS
TEPS è il nome della terapia sviluppata per migliorare la stabilità dell’anziano.
Tre diverse fonti di energia; corrente TENS, luce LED visibile a spettro rosso e infrarossi che stimolano, con una frequenza brevettata, i recettori, presenti nel tessuto connettivale, che hanno un ruolo fondamentale nel controllo della stabilità.
I recettori stimolati trasmettono il loro stato alterato al cervello che risponde riprogrammando i muscoli posturali.
Punti di forza del trattamento TEPS:
• trattamento unico
• scientificamente validato
• di lunga durata: il beneficio del trattamento: può durare fino a 60 giorni a seconda dei casi trattati
• adatto a tutti: l’applicazione può essere data a tutti i pazienti, ad eccezione dei pazienti con pacemaker, ed è compatibile con tutte le terapie farmacologiche
La validazione clinica
Giusti A et al. Short-term effect of low-intensity, pulsed, electromagnetic fields on gait characteristics in older adults with low bone mineral density: a pilot randomized-controlled trial. Geriatr Gerontol Int. 2013 Apr;13(2):393-397. & Bianchi G et al. Short-term effect of low-intensity, pulsed, electromagnetic fields on gait characteristics in older adults: a pilot randomized-controlled trial. European Congress of the Clinical Medicine – Section of the International Association of Gerontology and Geriatrics, 2012.
Studio clinico monocentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo:
i pazienti trattati con TEPS miglioravano statisticamente nelle prove del cammino e il follow-up nei trenta giorni successivi al trattamento TEPS, registrava un aumento della sensazione di stabilità e una riduzione della paura di cadere, rispetto a prima della seduta di trattamento, riportato dalla maggior parte dei pazienti trattati.
Giusti A et al. Effect of repeated application of low intensity, pulsed, electromagnetic fields (PEMF) on gait speed in older adults with a story of falls. JAGS 2014, June, 62 (6):1185–1186
Valutato l’effetto di stimolazioni ripetute con TEPS sulla velocità del cammino in una popolazione di pazienti ambulatoriali. Nei soggetti, 266 anziani (91% femmine – età media 77 anni), senza deficit cognitivi e con storia di cadute nell’anno precedente, sono state valutate le caratteristiche del cammino, subito prima e subito dopo il trattamento con TEPS, somministrato tramite sei elettrodi cutanei connessi al soggetto, per una durata di 10 minuti e con cadenza bimestrale per un anno.
La velocità del cammino è stata valutata, prima e dopo il trattamento, a ciascuna visita bimestrale, durante la quale sono stati raccolti i dati relativi ad eventuali cadute, eventi clinici e trattamenti farmacologici. La velocità del cammino è aumentata in maniera significativa dopo ciascun trattamento rispetto al basale, come segue:
• primo trattamento da 73.9 ± 31.5 cm/s a 81.3 ± 31.1 cm/s (P < .001);
• secondo trattamento, da 80.2 ± 32.9 cm/s a 88.4 ± 29.8 cm/s (P < .001);
• terzo trattamento, da 77.8 ± 28.3 cm/s a 86.1 ± 30.5 cm/s (P < .001);
• quarto trattamento, da 84.4 ± 24.7 cm/s a 90.6 ± 26.4 cm/s (P < .001);
• quinto trattamento, da 91.5 ± 23.8 cm/s a 98.4 ± 25.5 cm/s (P < .001);
• sesto trattamento, da 94.1 ± 25.5 cm/s a 102.7 ± 25.9 cm/s (P < .001).
I soggetti con una velocità del cammino al basale minore di 80 cm/s hanno avuto un miglioramento medio percentuale (60.1%) significativamente maggiore dei soggetti con velocità del cammino maggiore di 80 cm/s (8.1%) (P < .001). Nei soggetti studiati non si sono verificate cadute e/o eventi avversi durante l’intero anno di studio.